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La dieta DASH: un approccio dietetico efficace per combattere l’

by Direzione | lascia un commento

L’ipertensione è la principale causa di malattie cardiovascolari e di morte in tutto il mondo. È la più comune malattia cardiovascolare e impone anche una spesa enorme per il sistema sanitario di ogni Paese. Attualmente colpisce quasi la metà degli adulti a livello globale e la sua prevalenza è in forte aumento tra tutti i gruppi di età. Si ritiene che il 51% delle morti per ictus e il 45% dei decessi per malattia coronarica siano causati da un aumento della pressione sanguigna. Inoltre è stato stimato che un aumento di 5-6 mmHg della pressione diastolica può portare a un incremento del rischio di ictus e di cardiopatia ischemica del 35-40% e del 20-25%, rispettivamente. Data la portata globale di queste malattie, è assolutamente di grande importanza raggiungere valori ottimali della pressione sanguigna nella popolazione.

La dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) è attualmente raccomandata dalle linee guida internazionali come parte essenziale di un corretto stile di vita per il controllo della pressione sanguigna. Si tratta di una dieta che prevede un buon consumo di cereali integrali, frutta e verdura, prodotti lattiero caseari a basso contenuto di grassi, carne magra, pollame, pesce, noci e legumi. È un regime alimentare povero di sodio, dolci e zucchero, mentre è ricco di potassio, magnesio, calcio e fibra alimentare, che limita significativamente l’assunzione di grassi totali, grassi saturi, grassi trans e colesterolo.

Il piano alimentare DASH non richiede alimenti speciali, ma semplicemente un certo numero di porzioni al giorno per vari gruppi di alimenti. Il numero di porzioni dipende dal fabbisogno energetico del paziente, che a sua volta dipende dall’età e dal livello di attività fisica.

I risultati di una recente metanalisi effettuata su 17 studi clinici randomizzati e controllati, con una popolazione complessiva di 2.561 adulti, hanno rivelato l’effetto benefico della dieta DASH sia sulla pressione sistolica sia su quella diastolica. L’effetto della dieta sull’abbassamento della pressione è stato maggiore tra gli individui con pressione sanguigna elevata, negli uomini e negli studi clinici che vedevano associata anche una dieta ipocalorica. Le diete di controllo utilizzate nei numerosi studi pubblicati sinora sono state di volta in volta:

  • una dieta di riferimento sana;
  • una a basso contenuto di grassi;
  • una moderata nell’apporto di sodio;
  • una povera in antiossidanti;
  • una a basso contenuto di carboidrati;
  • oppure, semplicemente, venivano fornite informazioni generali per una sana alimentazione.

Sempre il modello DASH, nel suo insieme, ha fornito più benefici rispetto all’assunzione o all’eliminazione di singoli gruppi nutrizionali.

L’efficacia della dieta DASH è indirettamente provata da altre recenti evidenze sperimentali che mostrano come la sola riduzione del consumo di sodio possa indurre anche una perdita di peso. È stato infatti provato che una dieta ricca di sodio può indurre nei ratti maggiore adiposità, con alte concentrazioni di leptina plasmatica e ipertrofia degli adipociti, probabilmente a causa di un aumento della capacità lipogenica del tessuto adiposo bianco. Livelli altissimi di sodio aumentano poi la conversione metabolica del glucosio in lipidi e attivano gli enzimi lipogenici.

È stato stimato che una dieta povera in sodio può ridurre la pressione sistolica di 3,39 mmHg e quella diastolica di 1,54 mmHg negli adulti. Altri studi hanno poi mostrato come una maggiore assunzione di potassio in adulti con ipertensione sia in grado di portare a una riduzione della pressione sistolica e diastolica di 3,49 e 1,96 mmHg, rispettivamente. Perciò la dieta DASH, combinando un elevato contenuto di potassio e un basso contenuto in sodio, può produrre più benefici di quelli derivanti dal mutato apporto di un solo nutriente.

Tuttavia, anche se l’efficacia della dieta DASH per abbassare efficacemente la pressione è ampiamente dimostrata, le informazioni riguardanti i metodi di valutazione e l’aderenza del paziente nel seguire l’approccio dietetico sono limitate. Uno studio recente ha passato in rassegna una grande varietà di metodi utilizzati nella valutazione della compliance del paziente, anche se non esiste ancora un gold standard. È risultato che l’utilizzo del diario alimentare rappresenta un buon approccio per valutare l’aderenza a un piano alimentare. Si è rilevato un buon rispetto della terapia nutrizionale quando il cibo viene fornito ai pazienti, mentre viene segnalata una riduzione della compliance quando i pazienti tornano alla loro quotidianità.

La dieta DASH — considerando che è stata associata a un più basso tasso di scompenso cardiaco, un minor rischio di malattia coronarica e di ictus, oltre a una minore incidenza di diabete — è di notevole importanza per la salute pubblica, perché questo modello alimentare può essere facilmente adottato da tutti i gruppi di popolazione per prevenire l’ipertensione e diminuire le sue complicanze. Per risolvere i problemi legati alla compliance potrebbe risultare utile sviluppare un programma individuale personalizzato di educazione alimentare e migliorare gli strumenti di monitoraggio.

 

Dottoressa Jana Mitrovic

 

Per approfondimenti:

Fonte:www.lascuoladiancel.it





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