Soia sì, soia no?
| Tra i fitoestrogeni, sostanze che mimano gli effetti dell’estradiolo, gli isoflavoni sono quelli più comuni. Li troviamo in diverse piante, soprattutto nella soia e nel trifoglio rosso. Si sente spesso parlare di questi composti e dei loro effetti benefici; esistono infatti in commercio molti integratori che forniscono una dose di isoflavoni tra 35 e 150 mg al giorno. Data la loro capacità di interagire con i recettori estrogenici ER alfa e ER beta, ci si chiede se queste sostanze abbiano o menoeffetti avversi sull’organismo. Oltre a cercare di rispondere a questa domanda mi piacerebbe approfondire quali sono, in concreto, i reali benefici che tali composti possono apportare alla nostra salute e che cosa dovrebbe spingerci ad assumerli come supplementi o a consumare più prodotti a base di soia. Tra le proprietà più comunemente attribuite alla soia ci sono benefici per il sistema cardiovascolare (abbassamento del colesterolo LDL), aumento della densità minerale ossea, diminuzione dei sintomi della menopausa come caldane e altri disturbi. Cerchiamo di fare chiarezza. Nel 1999 l’FDA (Food and Drug Adminstration) ha raccomandato il consumo di proteine della soia attribuendo loro la proprietà di abbassare il colesterolo LDL. La stessa proprietà non veniva però attribuita ai suoi isoflavoni. Da allora, la soia è considerata un alimento protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari. Alcuni studi hanno successivamente indicato che la quota di proteine della soia in grado di abbassare il colesterolo LDL è di circa di 25 g al giorno. Già in precedenza, negli anni settanta e ottanta, erano stati condotti studi su pazienti affetti da ipercolesterolemia in cui la sostituzione di proteine della soia alle proteine animali determinava una sostanziale diminuzione del colesterolo LDL; a questi studi si contesta però che l’effetto benefico derivasse dal conseguente minore apporto di grassi saturi, dalla perdita di peso riscontrata nei pazienti e da altri fattori. Più recentemente l’AHA (American Heart Association) ha riconosciuto comunque che assumere il 50% dell’apporto di proteine giornaliere sotto forma di proteine della soia ha un lieve effetto benefico sul colesterolo LDL; un effetto però molto modesto, tanto che non consiglia di assumere a questo scopo supplementi con proteine della soia, con o senza isoflavoni. Per quanto riguarda le caldane e la perdita di massa ossea che caratterizzano lamenopausa, l’AHA non riconosce alla soia e ai suoi componenti particolari effetti benefici; sottolinea inoltre come vi siano risultati discordanti in diversi studi sul fatto che queste sostanze possano essere benefiche o possano addirittura favorire il tumore al seno; anche per questo sconsiglia l’uso di integratori a base di isoflavoni. Nel settembre 2015, l’EFSA (European Food Safety Authority), pur con la dovuta prudenza, ci tranquillizza sulla non pericolosità di questi supplementi, soprattutto riguardo ai tre principali organi bersaglio: tiroide, utero e mammella, in donne sane. Per quanto riguarda le altre azioni benefiche attribuite alla soia, l’Autorità Europea afferma che non ci sono prove sufficienti per dichiarare che gli isoflavoni abbiano un effetto né sul mantenimento della densità ossea né sul potere di alleviare caldane e sintomi della menopausa. È negativo anche il parere sulla capacità di abbassare colesterolo LDL da parte sia degli isoflavoni sia delle proteine della soia. Rimane da considerare se esistano altri effetti benefici che ne giustifichino l’utilizzo, magari come antiossidanti, ma anche qui l’EFSA ricorda che non ci sono studi che mettano in evidenza con certezza il potere antiossidante degli isoflavoni della soia o di altre sue componenti.
Fonti:
Fonte:www.lascuoladiancel.it
News di lunedì 04 aprile 2016
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