Il cioccolato fa bene al cuore. Studi condotti su pazienti cardiopatici dimostrano che il cioccolato fondente ha proprietà antiossidanti che giocano un importante ruolo di difesa: induce vasodilatazione coronarica, migliora la funzione vascolare, contrasta la formazione di trombi e riduce pressione, glicemia e colesterolo.
Buone notizie per i golosi irrefrenabili, dalle
XXV Giornate cardiologiche torinesi in programma venerdì e sabato prossimi dalle 8,30 alle 18,30 al Centro congressi dell’Unione Industriale. Cinquantacinque relatori, i massimi esperti della cardiologia mondiale, provenienti da Italia, Francia, Germania, Svizzera, Olanda e da Oltreoceano, rappresentati dagli specialisti americani della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota che da anni portano la loro esperienza al meeting torinese. «L’evoluzione scientifica degli ultimi vent’anni - spiegano i due presidenti, Fiorenzo Gaita e Sebastiano Marra - è stata straordinaria soprattutto in ambito cardiologico. E ogni anno si aggiunge qualcosa di nuovo». Scopo del congresso torinese «è fare in modo che tutte le novità in diagnostica e terapia cardiologica acquisite vengano presentate dagli esperti. Un impegno che le due Cardiologie delle Molinette si sono assunte da anni: rivedere con specialisti provenienti da tutto il mondo quali sono i progressi, fare il punto sullo stato dell’arte della situazione piemontese e favorirne la conoscenza ai nostri medici».
Quello dei benefici del cioccolato sul cuore è soltanto uno ei temi che verrà affrontato. Si parlerà anche di morte improvvisa (che colpisce prevalentemente persone tra i 40 e i 60 anni d’età, e per fortuna è in netta diminuzione) e interventi salvavita, di nuove soluzioni che sostituiscono la chirurgia tradizionale, e di alimentazione salva-cuore in generale. Sul fronte della chirurgia, «oggi - sottolineano Gaita e Marra - si può intervenire su pazienti che prima non potevano essere correttamente trattati a causa dell’età avanzata, colpiti da gravi patologie o da severo scompenso cardiaco. Potremmo dire che chiunque può essere sottoposto a un impianto di valvola aortica con un rischio bassissimo».
Fonte:www.lastampa.it