Quando il Dolore al Petto è un Campanello d’Allarme per l’Infart
| Quando il Dolore al Petto è un Campanello d’Allarme per l’Infarto, quando è necessario ricorrere velocemente ad uno specialista o, nei casi più sospetti, quando è necessario recarsi prontamente in ospedale, al padiglione urgenze? Non è sempre facile comprendere se si tratta o meno di un evento cardiaco perché questo può presentarsi anche in modi assai diversi dal classico dolore toracico. Nell’immaginario collettivo un dolore al petto è sinonimo d’infarto o, quanto meno di un attacco ischemico che, se vogliamo, è l’anticamera dell’infarto stesso, ma in effetti non è esattamente così. Un qualsiasi dolore al petto può essere la conseguenza anche di altre patologie o disturbi, anche di poco conto, così come un mal di stomaco può invece essere il sintomo di un infarto in atto. Bisogna saper distinguere, anche se oggettivamente non sempre è cosa facile per cui, nel dubbio, è sempre meglio recarsi in ospedale perché, è bene essere chiari sull’argomento, la rapidità dell’intervento è ciò che può fare la differenza tra la vita e la morte, tra undanno cardiaco di poco conto o del tutto assente, e un danno con cui invece si dovrà convivere per tutta la vita. L’infarto si verifica perché una coronaria si ottura completamente o è talmente ostruita da non consentire il passaggio del sangue che quindi non potrà rifornire di ossigeno una determinata porzione di muscolo cardiaco. Il danno vero e proprio comincia a verificarsi dopo circa 30-40 minuti, per cui se si riesce ad intervenire con tempestività e se si ha la fortuna di arrivare in una struttura ospedaliera dotata di una sala di emodinamica, l’infarto è praticamente reversibile, nel senso che non si verifica un danno al muscolo cardiaco che quindi non avrà una riduzione della sua funzionalità. Ragion per cui è bene non sottovalutare mai un dolore toracico, o anche una sintomatologia diversa che potrebbe essere ricondotta ad un evento cardiaco negativo.
News di lunedì 11 maggio 2015
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