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Alla riscoperta del latte d’asina

by Direzione | lascia un commento

Il latte d’asina, grazie alla sua elevata digeribilità e al suo contenuto in vitamine, sali minerali, lipidi e proteine a elevato valore biologico, è un alimento che ha rilevanti proprietà nutrizionali e non solo. Tali proprietà sono note sin dall’antichità: Ippocrate (460-370 a.C.) e Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) ne prescrivevano l’uso come medicamento; antiche testimonianze storiche documentano l’utilizzo che ne facevano Cleopatra, in Egitto, e Poppea, a Roma, per esaltare la loro bellezza.

Attualmente l’impiego del latte d’asina è alquanto limitato per una serie di motivi:

  • l’utilizzo di un latte diverso da quello vaccino, nell’immaginario collettivo, è fonte di perplessità;
  • le sue proprietà benefiche e salutari non sono note a tutti;
  • è di difficile reperimento;
  • è piuttosto costoso (10-15 euro/litro) a causa anche della ridotta produzione giornaliera (circa due litri al giorno per ogni asina).

Tuttavia si ipotizza che il consumo di latte d’asina, in un futuro non molto lontano e con il supporto di un quadro legislativo efficace che consenta il superamento di tali limiti, possa aumentare.

Composizione e proprietà del latte d’asina

Tra le caratteristiche più importanti di questo latte si evidenzia una buona percentuale di lattosio: 7% circa, sovrapponibile a quella presente nel latte umano e superiore a quella del latte vaccino che ammonta al 5%. La componente dolce del latte asinino lo rende particolarmente apprezzabile anche per i neonati, nella cui alimentazione esplica un ruolo importante. Il lattosio, infatti, favorisce l’assorbimento di calcio a livello della mucosa intestinale influenzando così, positivamente, la mineralizzazione ossea; stimola inoltre il corretto sviluppo del sistema nervoso nei primi mesi di vita.

Importante è il ruolo del latte d’asina come regolatore della flora microbica intestinale, tanto da essere utilizzato anche nell’industria per produrre bevande probiotiche per uso umano.

Si ritiene che il latte d’asina abbia la peculiarità di conservare inalterate a lungo termine le proprie caratteristiche organolettiche e microbiologiche grazie al lisozima in esso contenuto. Questo è un biopeptide con funzione battericida poiché in grado di scindere i legami glicosidici β(1-4) fra l’acido N-acetilmuramico e l’acido N-acetilglicosamminico presenti nei polisaccaridi della parete cellulare di vari batteri. Il lisozima (o muramidasi) agisce anche indirettamente stimolando sensibilmente la fagocitosi di alcuni batteri.

Tale enzima, nel latte d’asina, si presenta in quantità molto elevate (3750,0 ± 250,0 mg/l), in concentrazione quindi di gran lunga superiore sia al latte umano che a quello vaccino. A partire dal latte d’asina, utilizzando opportune metodiche, si può estrarre il lisozima al fine di impiegarlo nell’industria farmaceutica, oppure nell’industria alimentare come conservante antimicrobico.

L’apporto proteico del latte d’asina è notevolmente inferiore a quello del latte di vacca ma molto simile a quello del latte umano, (1,7% latte d’asina, 3,2% latte vaccino, 1-2% latte umano) risultando così compatibile con le esigenze nutrizionali del bambino. Inoltre, questa componente è ricca in amminoacidi essenziali che ne suggeriscono un’applicabilità anche come supplemento nell’alimentazione geriatrica.

Soffermandoci sulla caratterizzazione della frazione azotata, oltre a sostanze ad alto valore nutraceutico quali il già citato lisozima e la lattoferrina, abbiamo le proteine del siero, beta-lattoglobulina e alfa-lattoalbumina, e le caseine di tipo α, β e γ, mentre non si evidenzia la presenza di k-caseine.

È bene ricordare che il contenuto in caseina risulta più elevato nel latte d’asina (0,62%) che nel latte di donna, ma decisamente inferiore a quello bovino. Ciò assume un’importanza determinante alla luce degli studi compiuti dal CNR di Torino che ha individuato proprio nella caseina il principale allergene del latte. Per tale motivo si ritiene che il latte d’asina, con il suo basso contenuto di caseine, possa essere una valida alternativa al latte bovino in caso si manifestino allergie a quest’ultimo.

I sali minerali, in particolare calcio e fosforo, sono contenuti nel latte d’asina in concentrazioni superiori a quello umano. La presenza di buone quantità di vitamine antiossidanti quali le vitamine A, C, E, nonché di vitamina B2, lo rendono idoneo anche per la preparazione di cosmetici.

Il tenore lipidico del latte asinino (di circa 10 volte inferiore agli altri latti a eccezione del latte di cavalla) è davvero basso, con valori medi di circa 0,4%, contro, ad esempio, il 3-4% di quello vaccino. Essi si differenziano, oltre che per l’aspetto quantitativo, anche per quello qualitativo: il rapporto tra acidi grassi insaturi (monoinsaturi più polinsaturi) e quelli saturi nel latte d’asina appare maggiore che in quello vaccino e di poco inferiore a quello umano e, tra gli acidi grassi monoinsaturi, il più rappresentato è l’acido oleico.

Il rapporto tra omega 3 e omega 6 è superiore a quello del latte vaccino, per cui gli indici aterogenico etrombogenico del latte d’asina sono significativamente più bassi, sebbene più alti rispetto a quelli degli oli vegetali. Inoltre, grazie all’alto tenore di acidi grassi polinsaturi della serie omega 3, questo latte rappresenta un valido aiuto nella prevenzione delle patologie cardiovascolari, autoimmuni e infiammatorie; svolge infine un certo ruolo sullo sviluppo fisico e neuropsichico.

 

Dottoressa Maria Rosaria D’Oria

Fonte:www.lascuoladiancel.it






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